venerdì 15 gennaio 2021

GIOVANNI CHERSOLA Socio Fondatore

Giovanni Chersola nato a Porto Maurizio, nella Riviera dei Fiori, da una antica famiglia di marinai, da sempre ha ricordato con nostalgia l’altro capo d’Italia ai confini orientali, quella verde Istria che suo padre - nel tragico periodo bellico - dovette abbandonare, con tutti i loro beni:  Chersola era uno degli insediamenti storici di San Lorenzo del Pasenatico, che già nelle carte  dell’impero Austro-Ungarico fungeva da centro amministrativo col suo nome originale, e venne invece cancellato  nella Jugoslavia titina.  I confini di Chersola arrivavano a decine di chilometri di distanza, fino al Canale di Leme, perennemente presente nei ricordi di Antonio Chersola anche quando, a bordo dei MAS, nella Polizia di Stato,  ha continuato a difendere i confini italiani. La Madre era figlia del Nostromo Petrèn U Gamba, Cap-Hornier, imbarcato sulla nave a palo Italia, il più grande veliero a 4 alberi realizzato nei nostri cantieri. Suo fratello, il Comandante Agostino Aicardi, insignito del prestigioso Timone d’Oro, era al Comando  Marina di Cagliari quando, il 3 giugno 1941, assistette alla radio all’attacco dei 5 bombardieri Bristol Blenheim del 139^ Royal Air Force  Squadron che, decollati da Malta, arrivando da poppa col sole al tramonto ridussero in una palla di fuoco il piroscafo Montello, del convoglio Aquitania, su cui era imbarcato suo fratello, il Comandante in Seconda Capitano Maurizio Aicardi. Da questo contesto storico, che riguarda la Marineria ligure e la Storia patria, Giovanni Chersola ha sempre tratto energia ed ispirazione per le esperienze che ha potuto vivere ( anche professionalmente quale ingegnere esperto in progetti di sviluppo ) in diverse parti del mondo, attratto, da buon ligure, verso Altri Mari.  La foto che lo ritrae in un cantiere in Africa equatoriale, quale volontario benevolo per una missione cattolica, insieme alla sua famiglia e particolarmente alla moglie Donatella, rappresenta diversi fattori indispensabili per concepire e realizzare intraprese durevoli: la capacità di progettare e dirigere i lavori, e  costruire con solide fondamenta anche su terreno difficoltoso; l’opera manuale convinta di tutti i lavoratori impegnati per un progetto che li riguarda personalmente, e considerano di loro responsabilità; la logistica previdente che ti permette di sopravvivere ed agire in un ambiente locale ostile, provvedendo la raccolta dell’acqua, la protezione dal sole, ed avendo la consapevolezza del difficile terreno argilloso su cui stai operando. Un paradigma che ha ordinato nel tempo le diverse attività che La Collina Verde da 35 anni ha cercato di attuare al meglio, a favore del Bene Comune, con una costante attenzione condivisa equamente tra il pensiero e l’azione conseguente. Pertanto le numerose iniziative culturali sviluppate in questi anni, in maniere autonoma od in collaborazione con altre strutture, sono sempre stato il frutto di attività di studio e ricerca storiografica precedenti, sviluppate grazie ad un notevole archivio documentaristico, e ad una biblioteca multi-tematica che conta diverse migliaia di volumi. Da esse hanno preso lo spunto diverse iniziative realizzate: aiuti materiali a persone e Comunità svantaggiate, micro-progetti di sviluppo sostenibile, attenzione al Diritto Naturale delle popolazioni ( diritto di potere vivere sulla propria terra d’origine, sfruttarne autonomamente le risorse, salvaguardando le proprie tradizioni che li caratterizzano come Popolo, nel rispetto del diritto alla vita della persona concepita e della infanzia, della condizione femminile; contrasto ad ogni forma di schiavitù fisica e mentale sviluppata attraverso forme di controllo mediatico settario ). In Repubblica Democratica del Congo collaborazione con la Dottoressa Laura Perna, eminente tisiologa e fondatrice della Pediatria di Kimbondo, in Kinshasa; costituzione di quattro cooperative di formazione e lavoro per giovani disoccupati in Congo, ed in Marocco corsi di formazione per giovani installatori di sistemi ad energie rinnovabili; partecipazione alle Caravanes Medicales sulle catene dell’alto e medio Atlante, in cooperazione con l’associazione Tafilalet  di Er-Rachidia, ai confini con l’Algeria; collaborazioni con Università ( tesi sulle energie rinnovabili applicate, sull’architettura bioclimatica in Africa,  corso di Cooperazione e Sviluppo interscuola a Genova, corso sui Metiers de l’Eau a Kinshasa, corso sull’utilizzo dell’acqua in condizioni di emergenza nei PVS, promozione per la conoscenza della università di Madaba, in Giordania, benedetta da Benedetto XVI nel 2009 insieme al Patriarca Latino Fouad Twal ..)

Micro progetti sull’acqua e l’energia, elettrificazione di capanne sui costoni collinari del Basso Congo con sistemi solari fotovoltaici o micro generatori eolici, sistemi di ricarica di lanterne solari in villaggi del Congo centrale.

Ricerche storiografiche sugli avvenimenti che hanno interessato particolarmente il bacino del Mediterraneo, i Balcani, il Medio e vicino Oriente, le diverse Afriche, e che appaiono oggi di rilevante attualità, per la concezione imposta del villaggio globale,  nella memoria e nel ricordo di tanti genocidi attuati, non impediti, perfino agevolati in azione diretta o per omissione.

Ricerche sulla Marineria ligure, sulla presenza mercantile di Genova nel Mediterraneo e nel Mar Nero,  di  Venezia in Dalmazia,  raccolta documentazione ed incontri culturali per gli eventi sull’esodo e sulle foibe ai confini italiani orientali, sulla Shoah ed altri genocidi, sulla emigrazione russa ed il fenomeno dei kibbutz in Palestina; studi e ricerche sui fenomeni migratori africani dopo le indipendenze degli anni ’60.

Le molteplici esperienze acquisite con l’attuazione di progetti di solidarietà sociale in Italia ed all’estero, sempre coordinati e spesso concepiti dall’Ing. Giovanni Chersola,  da una parte hanno usufruito di questa preparazione culturale, che le hanno rese possibili e sostenibili, dall’altra a loro volta hanno indotto verso la esecuzione di altre ricerche storiografiche,  in un circuito virtuoso che si alimenta in continuo, a condizione che l’azione culturale possa essere sempre condotta con onestà intellettuale, pronta così al dialogo ed al confronto anche dialettico, come alla difesa dei valori universali che permeano e costituiscono l’esistenza umana, e la sua tensione al Bene ed al Bello.