Giovanni Chersola
nato a Porto Maurizio, nella Riviera dei Fiori, da una antica famiglia di
marinai, da sempre ha ricordato con nostalgia l’altro capo d’Italia ai confini
orientali, quella verde Istria che suo padre - nel tragico periodo bellico -
dovette abbandonare, con tutti i loro beni:
Chersola era uno degli insediamenti storici di
San Lorenzo del Pasenatico, che già nelle carte
dell’impero Austro-Ungarico fungeva da centro amministrativo col suo
nome originale, e venne invece cancellato
nella Jugoslavia titina. I
confini di Chersola arrivavano a decine di chilometri di distanza, fino
al Canale di Leme, perennemente presente nei ricordi di Antonio Chersola anche
quando, a bordo dei MAS, nella Polizia di Stato, ha continuato a difendere i confini italiani. La
Madre era figlia del Nostromo Petrèn U Gamba, Cap-Hornier, imbarcato sulla nave
a palo Italia, il più grande veliero a 4 alberi realizzato nei nostri
cantieri. Suo fratello, il Comandante Agostino Aicardi, insignito del
prestigioso Timone d’Oro, era al Comando
Marina di Cagliari quando, il 3 giugno 1941, assistette alla radio
all’attacco dei 5 bombardieri Bristol Blenheim del 139^ Royal Air Force Squadron che, decollati da Malta, arrivando
da poppa col sole al tramonto ridussero in una palla di fuoco il piroscafo Montello,
del convoglio Aquitania, su cui era imbarcato suo fratello, il Comandante in
Seconda Capitano Maurizio Aicardi. Da questo contesto storico, che riguarda la
Marineria ligure e la Storia patria, Giovanni Chersola ha sempre tratto energia
ed ispirazione per le esperienze che ha potuto vivere ( anche professionalmente
quale ingegnere esperto in progetti di sviluppo ) in diverse parti del mondo,
attratto, da buon ligure, verso Altri Mari.
La foto che lo ritrae in un cantiere in Africa equatoriale, quale
volontario benevolo per una missione cattolica, insieme alla sua famiglia e
particolarmente alla moglie Donatella, rappresenta diversi fattori
indispensabili per concepire e realizzare intraprese durevoli: la capacità di
progettare e dirigere i lavori, e
costruire con solide fondamenta anche su terreno difficoltoso; l’opera
manuale convinta di tutti i lavoratori impegnati per un progetto che li
riguarda personalmente, e considerano di loro responsabilità; la logistica
previdente che ti permette di sopravvivere ed agire in un ambiente locale
ostile, provvedendo la raccolta dell’acqua, la protezione dal sole, ed avendo
la consapevolezza del difficile terreno argilloso su cui stai operando. Un
paradigma che ha ordinato nel tempo le diverse attività che La
Collina Verde da 35 anni ha cercato di attuare al meglio, a favore del
Bene Comune, con una costante attenzione condivisa equamente tra il pensiero e
l’azione conseguente. Pertanto le numerose iniziative culturali sviluppate in
questi anni, in maniere autonoma od in collaborazione con altre strutture, sono
sempre stato il frutto di attività di studio e ricerca storiografica
precedenti, sviluppate grazie ad un notevole archivio documentaristico, e ad
una biblioteca multi-tematica che conta diverse migliaia di volumi. Da esse
hanno preso lo spunto diverse iniziative realizzate: aiuti materiali a persone
e Comunità svantaggiate, micro-progetti di sviluppo sostenibile, attenzione al
Diritto Naturale delle popolazioni ( diritto di potere vivere sulla propria
terra d’origine, sfruttarne autonomamente le risorse, salvaguardando le proprie
tradizioni che li caratterizzano come Popolo, nel rispetto del diritto alla
vita della persona concepita e della infanzia, della condizione femminile;
contrasto ad ogni forma di schiavitù fisica e mentale sviluppata attraverso
forme di controllo mediatico settario ). In Repubblica Democratica del Congo
collaborazione con la Dottoressa Laura Perna, eminente tisiologa e fondatrice
della Pediatria di Kimbondo, in Kinshasa; costituzione di quattro cooperative
di formazione e lavoro per giovani disoccupati in Congo, ed in Marocco corsi di
formazione per giovani installatori di sistemi ad energie rinnovabili;
partecipazione alle Caravanes Medicales sulle catene dell’alto e medio Atlante, in
cooperazione con l’associazione Tafilalet di Er-Rachidia, ai confini con l’Algeria;
collaborazioni con Università ( tesi sulle energie rinnovabili applicate, sull’architettura
bioclimatica in Africa, corso di
Cooperazione e Sviluppo interscuola a Genova, corso sui Metiers de l’Eau a Kinshasa, corso
sull’utilizzo dell’acqua in condizioni di emergenza nei PVS, promozione per la
conoscenza della università di Madaba, in Giordania, benedetta da Benedetto XVI
nel 2009 insieme al Patriarca Latino Fouad Twal ..)
Micro progetti
sull’acqua e l’energia, elettrificazione di capanne sui costoni collinari del
Basso Congo con sistemi solari fotovoltaici o micro generatori eolici, sistemi
di ricarica di lanterne solari in villaggi del Congo centrale.
Ricerche
storiografiche sugli avvenimenti che hanno interessato particolarmente il
bacino del Mediterraneo, i Balcani, il Medio e vicino Oriente, le diverse
Afriche, e che appaiono oggi di rilevante attualità, per la concezione imposta
del villaggio globale, nella memoria e
nel ricordo di tanti genocidi attuati, non impediti, perfino agevolati in
azione diretta o per omissione.
Ricerche sulla
Marineria ligure, sulla presenza mercantile di Genova nel Mediterraneo e nel
Mar Nero, di Venezia in Dalmazia, raccolta documentazione ed incontri culturali
per gli eventi sull’esodo e sulle foibe ai confini italiani orientali, sulla
Shoah ed altri genocidi, sulla emigrazione russa ed il fenomeno dei kibbutz in
Palestina; studi e ricerche sui fenomeni migratori africani dopo le
indipendenze degli anni ’60.
Le molteplici
esperienze acquisite con l’attuazione di progetti di solidarietà sociale in
Italia ed all’estero, sempre coordinati e spesso concepiti dall’Ing. Giovanni
Chersola, da una parte hanno usufruito
di questa preparazione culturale, che le hanno rese possibili e sostenibili,
dall’altra a loro volta hanno indotto verso la esecuzione di altre ricerche
storiografiche, in un circuito virtuoso
che si alimenta in continuo, a condizione che l’azione culturale possa essere
sempre condotta con onestà intellettuale, pronta così al dialogo ed al
confronto anche dialettico, come alla difesa dei valori universali che permeano
e costituiscono l’esistenza umana, e la sua tensione al Bene ed al Bello.